Il quarto e ultimo itinerario percorre l’incantevole quartiere della Villetta, una miniera d’oro per il Liberty savonese

Distanza: 2 km circa

Durata: 30 minuti circa (il tempo può variare, molti punti sono in salita)

Costo: zero

Gli itinerari del progetto Savona Liberty hanno come punto di ritrovo e partenza la zona del porto, luogo ideale anche per i turisti in arrivo dal Terminal Crociere.

Ultimo ma non per importanza, il quarto itinerario è una vera miniera d’oro per la ricerca dello stile floreale savonese. Se fino a qui abbiamo parlato, per lo più, di elementi Liberty, posti soprattutto sulle facciate dei palazzi, non si può dire lo stesso della Villetta. Il quartiere presenta, oltre a una serie di ville dalle forme e dagli stili più vari (destinati da sempre alla ricca borghesia della città), una quantità enorme di edifici costruiti interamente in stile Liberty, dalla struttura alle decorazioni.

Per questo tour, oltre che dalla Torretta, si può scegliere di partire da piazza Diaz, meta finale del secondo itinerario, eventualmente collegabile. Risalite la via laterale della piazza del teatro, che sfocia in via Famagosta. Dopo aver oltrepassato la galleria, sulla destra, avrete la possibilità di ammirare una prima espressione dello stile floreale: una bellissima scalinata dalle inferriate Liberty, riprodotta qua sotto in foto (meglio dal vivo!)

libertysavona

Se invece partiamo da piazza Leon Pancaldo, si sale direttamente in via Famagosta, attraverso la salita di via Santa Lucia. Il primo edificio che si trova è all’incrocio con via Santarosa. Da notare, oltre a bovindi, balconi e decorazioni scolpite, il bel portone dotato di tettoia in ferro battuto e vetro colorato.

libertysavona

Proseguiamo di qualche passo e svoltiamo in via degli Incisa. Svoltiamo subito a destra, in via Mattiauda, una breve strada esclusivamente residenziale, chiusa al termine. L’ultimo palazzo posto alla fine di questa via, completamente invisibile dalla strada, è un altro incredibile capolavoro dell’architetto Martinengo, ormai indiscusso protagonista dei nostri itinerari. Parliamo di Palazzo Piccardo, costruito nel 1911-12.

libertysavona

Anche qui, le foto non rendono giustizia alla sua bellezza: in questo caso, è essenziale vedere per credere. L’angolo dell’edificio è circolare, permettendo ai grandi balconi di assumere forme sinuose, enfatizzate dalle decorazioni di inferriate e stucchi. In cima, una grande opera scultorea, con un volto (animale?) ed elementi naturalistici, segna la firma del grande architetto.

Da segnalare, nei pressi di questa zona, anche l’ex Hotel Miramare, che (purtroppo) definirei “infotografabile”. Autore sempre Martinengo, è ormai lasciato da anni allo stato di abbandono e in molti temono che non esista un modo di recuperare l’antica bellezza Liberty. Una recente asta pubblica (del 2019, la seconda dedicata a questa e altri “resti” cittadini) non ha visto nessun partecipante.

Continuiamo. Ritorniamo su via degli Incisa e prendiamo la lunga salita di via Ottaviano, dove non mancano balconi e dettagli Liberty. Arriviamo in piazza Amendola e svoltiamo verso via della Tagliata, dove al civico 6 è possibile ammirare una bella facciata policroma decorata con ghirlande e mazzi di fiori. Ma la nostra attenzione è diretta verso quella candida villetta posta all’incrocio con via San Francesco e via Montegrappa: è il Villino Margherita. Costruito intorno al 1910 su progetto dell’ingegnere Nicolò Campora, questa villetta, leggermente nascosta dalla vegetazione, è chiaramente ispirata allo stile secessionista. Da notare il cancello d’ingresso in ferro battuto, i ceppi di margherite scolpite (da cui prende il nome) posti sulle estremità, i fregi e la finestra rotonda sulla facciata della torretta.

libertysavona

Se ci si volta verso via Montegrappa, si ammira Villa Vigo Ciarlo Massa. Del 1907-1908, presenta in facciata due ali simmetriche che racchiudono un delizioso spazio loggiato, riccamente decorato da colonnine e stucchi. L’alta ed elegante torretta riprende lo stile di Villa Zanelli. Si tratta di una delle prime villette interamente costruite in stile Liberty a Savona.

libertysavona

Da qui la strada confluisce in un bivio, che porta in entrambe le direzioni in piazza Diaz: si può scendere continuando su via Montegrappa oppure svoltare a destra e prendere la discesa di via De Mari. In ogni caso, qualsiasi opzione scegliate, consiglio vivamente di risalire e godervi le bellezze che entrambe queste vie offrono.

Via Montegrappa

Il primo edificio che si trova scendendo da via Montegrappa è la Palazzina Gaibissi. Costruita negli stessi anni di Villa Vigo Ciarlo Massa, su progetto del già citato Nicolò Campora, secondo Giovanni Gallotti riprende lo stile del Liberty torinese di Fenoglio e Gussoni (A Campanassa, n°4, 2015). A destra della facciata, quattro spaziosi balconi sono racchiusi da colonne e lesene, tutte finemente ornate. I fregi delle finestre cambiano decorazione in base al piano e la finestra centrale dell’ultimo è sormontata da una finta volta stuccata.

libertysavona

Poco più avanti, ecco Palazzo Migliardi. Gallotti ci dice che probabilmente ci furono alcuni problemi di costruzione (che avvenne tra il 1909 e il 1910), dovuti al fatto che quel pezzo di via Montegrappa, all’incrocio con via Ponzone, presenta una “doppia salita”. Negli archivi, i disegni di Nicolò Campora per questo edificio presentano infatti molte varianti diverse. Nonostante tutto, il palazzo acquisisce ancora oggi un aspetto nobiliare e imponente, in cui il bovindo fa da protagonista.

libertysavona

I balconi circolari del bovindo, più “stretti” man mano che si sale, sono formati da piccole colonnine, quelli della facciata da decorazioni floreali in muratura. Da notare anche i fregi che percorrono tutta la facciata e le teste (o maschere) di volti maschili e femminili, circondati da grandi fiori, che sembrano tenere in piedi gli enormi balconi del bovindo.

libertysavona

Facciamo una breve deviazione in via dello Sperone (via ad anello che spunta di nuovo in via Montegrappa). Il palazzo del civico 3 è dotato di uno stretto bovindo squadrato, racchiuso da particolari balconi che gli conferiscono una forma davvero caratteristica. Sotto al balcone del primo piano, isolato dagli altri, c’è una grande conchiglia scolpita.

libertysavona

Torniamo in via Montegrappa e, quasi in fondo (civico 3), troviamo un palazzo dotato di un bel bovindo policromo con guglia, visibile anche da piazza Diaz.

libertysavona

Via De Mari

Se, invece di andare a sinistra e trovarci in piazza Diaz, svoltiamo a destra alla fine di via Montegrappa, ci ritroviamo in via De Mari. Questa via è conosciuta per le straordinarie villette di ogni genere: dall’ispirazione di castelletti medievali a eleganti case neoclassiche. Naturalmente, non potevamo non trovare alcune villette Liberty: lo stile floreale è arrivato a Savona all’inizio del Novecento, in un momento in cui il quartiere della Villetta stava rinascendo, architettonicamente parlando.

Risalendo via De Mari, il primo edificio d’ispirazione Liberty che si trova è al civico 2. La facciata presenta due bovindi, appena accennati, con balconi e ringhiere curvilinei e decorazioni principalmente geometriche. Particolare l’inferriata sul cancello d’ingresso, a forma di nuvola, ma chi scrive non esclude che sia stata aggiunta in tempi più recenti.

libertysavona

Proseguiamo e all’incrocio con via Formica troviamo un edificio che, seppur costruito su evidente modello ottocentesco, presenta un grande bovindo squadrato e un interessante ciclo di decorazioni.

Infine, poco più su troviamo Villa Magnano. A testimonianza del ritardo con cui lo stile Liberty si impadronì di Savona (e in generale dell’Italia), questa villetta è stata costruita nel 1930. Interessante è la torretta, dotata di eleganti trifore e caratterizzata da colonnine corinzie. Da notare anche le decorazioni dipinte e i fregi scolpiti, soprattutto gli stucchi racchiusi dentro piccoli riquadri, posti sopra il bovindo.

 

Una nota doverosa: il materiale informativo presente sul territorio risulta scarso e incompleto. Oltre a pochi libri (concentrati principalmente su Villa Zanelli) e alcuni articoli di rivista o giornale, primo fra tutti il periodico Campanassa, il miglior contributo va riconosciuto all’associazione di promozione sociale Italia Liberty.