L’arte vetraria altarese, un mestiere diventato tradizione, costituisce un ricco patrimonio artistico e culturale, oggi conservato nel Museo dell’Arte Vetraria Altarese

 

Breve storia dell’arte vetraria altarese

La storia del vetro prodotto dai maestri altaresi ha origini antiche. Fin dall’Alto Medioevo, ci furono stretti rapporti tra i vetrai e le figure monastiche. L’importanza e la ricchezza dei monasteri erano in un periodo di forte ascesa. I complessi religiosi più importanti (ma non solo) cominciarono a servirsi di materiali pregiati ed esperti affidabili. In particolare, le vetrate delle finestre e gli oggetti di culto, come reliquari o calici, furono per i vetrai degli ottimi espedienti per dimostrare la loro competenza e creatività.

Secondo un’antica leggenda, tramandata oralmente, l’arte vetraria altarese fu introdotta da una comunità benedettina già insediata sul territorio. Quest’ultima, dopo l’anno Mille, durante i due secoli successivi, avrebbe fatto arrivare alcuni artigiani francesi, esperti dell’arte vetraia. Non ci sono tuttavia fonti archivistiche certe.

La prima testimonianza scritta di una corporazione, la cosiddetta Università dell’arte vetraria, risale al 1445. Nei due secoli precedenti, risulta comunque un primo afflusso d’immigrazione artigiana dal Genovesato, dalla Toscana e da Venezia (già conosciuta per le maestrie vetrarie dell’isola di Murano).

L’ispirazione veneta era ben visibile nella genialità delle forme. Nonostante ciò, presto si abbandonò l’idea di una mera imitazione dell’arte veneziana e muranese per trovare una nuova e personale concezione plastica.

Allo stesso modo, lo stile altarese (che non riguardava solo le forme, ma anche gli smalti) arrivò nei principali centri vetrai francesi, come Orléans e Nevers, già dalla fine del XVI secolo.

L’industria vetraria cominciò a vedere un futuro incerto con l’abolizione delle corporazioni di mestiere, tra Sette e Ottocento. Di conseguenza, l’Università dell’arte vitrea fu soppressa nel 1823 da Carlo Felice.

I vetrai, la notte di Natale del 1856, misero in piedi la Società artistico vetraria (SAV), prima cooperativa di produzione industriale italiana. Per più di un secolo, il senso di solidarietà dei mastri vetrai riuscì a portare avanti gli ideali di un mestiere diventato tradizione.

Infine, nel 1982 si costituì l’Istituto per lo studio del vetro e dell’arte vetraria (ISVAV), al fine di tutelare l’enorme patrimonio artistico-culturale della tradizione vetraria altarese.

Villa Rosa

La collezione appartenuta prima alla SAV e poi all’ISVAV, è ora patrimonio costitutivo del Museo dell’Arte Vetraria Altarese, collocato nella splendida Villa Rosa, gioiello dello stile Liberty savonese.

Non sorprende che, all’inizio del Novecento, Altare veniva soprannominata “la piccola Parigi”. Grazie al notevole sviluppo dell’architettura Art Nouveau, movimento artistico nato nella Parigi della Belle Époque, ci un un boom di costruzioni in stile Liberty su tutto il territorio savonese. La maggior parte degli edifici di quel periodo sono ancora esistenti, seppur molti in stato di abbandono.

Fortunatamente, per Villa Rosa, la miglior testimonianza del Liberty altarese, le cose sono andate meglio. Nel 1986 fu sottoposta a tutela e nel 1992 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali la acquistò. Solamente tre anni dopo cominciarono i lavori di restauro, al fine di ospitare l’inestimabile patrimonio vetrario.

Villa Rosa fu costruita nel 1906 su volontà del Monsignor Giuseppe Bertolotti. Sacerdote del paese per oltre sessant’anni, Bertolotti fu committente di altri edifici ad Altare e dintorni, nonché di numerosi lavori di restauro di strutture ecclesiastiche. Era talmente affezionato al piccolo paese dell’entroterra savonese, da rinunciare a un incarico vescovile a San Giovanni in Laterano.

Il progetto è dell’ingegner Nicolò Campora, autore di numerosi altri edifici e palazzine, anche nel quartiere La Villetta di Savona. Fu la dimora estiva della famiglia Saroldi.

Oggi Villa Rosa ha ritrovato l’antico splendore. Appena varcato il bellissimo portone d’ingresso, siamo trascinati indietro nel tempo: tutto nella villa è Liberty, dalle maniglie ai termosifoni, che di sala in sala riprendono la decorazione parietale, sempre diversa. Al piano terra una lussuosa sala, perfetta per conferenze, eventi, meeting e cerimonie, affittabile. Per non parlare del vasto giardino, dove trovano posto due forni per la fusione del vetro e tutti gli strumenti e le tempere utilizzati durante la creazione del vetro soffiato. Grazie alla magnifica scalinata, è possibile accedere ai piani superiori e alle sale d’esposizione. Qua troverete anche i meravigliosi bovindi, accessibili dall’interno.

La collezione

La SAV aveva diversi modelli produttivi: realizzava principalmente vetro d’uso quotidiano, soprattutto per la casa, e vetro a scopo industriale nel campo della chimica e della farmaceutica. Fuori dalla produzione ordinaria, i mastri vetrai realizzarono oggetti più artistici, che furono inseriti, insieme agli articoli più importanti, nel museo aziendale. Quest’ultimo fu acquistato dal Comune di Altare dopo il 1978, a seguito della chiusura della società.

Oggi il Museo dell’Arte Vetraria Altarese offre una collezione di opere realizzate dal Settecento ai giorni nostri, custodite in antiche teche e in altre più recenti e tecnologiche. Inoltre, da pochi anni l’allestimento è stato arricchito di una nuova illuminazione: in breve, si tratta di una lampada, detta “levata” dalla massa di vetro fuso, che i vetrai estraggono dal forno per creare oggetti dalle diverse fogge. Progettata dallo Studio Armellino & Poggio Architetti Associati, la lampada è stata realizzata dalla ditta Marzero S.a.s. con l’inserimento di una base in vetro soffiata dal maestro francese Jean-Marie Bertaina. Il progetto è stato realizzato con il contributo della Fondazione A. De Mari.

All’interno del Museo, è presente anche una Biblioteca specialistica, dove trovare libri e riviste tematiche, antichi testi di tecnologia e manoscritti, cataloghi delle esposizioni, fotografie e testi inediti di vario genere.

Museo dell’Arte Vetraria Altarese

Appuntamenti

Il Museo offre visite guidate per tutto l’anno, con obbligo di prenotazione, in italiano, inglese e francese. Altra lodevole iniziativa del Museo di Altare è un percorso fruibile dai visitatori con disabilità visiva, attraverso mappe tattili per orientarsi nella struttura, leggii con supporti informativi nelle stanze principali e un ascensore che consente un agevole accesso a tutti i piani dell’edificio.

Come allestimento temporaneo, è possibile assistere alla mostra Da Ettore Sottsass a Marco Zanini. Il vetro negli anni ’80, l’XI edizione di Natale SottoVetro, prorogata fino al 27 settembre 2020. La mostra è dedicata ai fantastici vetri creati dal Gruppo Memphis, collettivo di design milanese tra i più famosi al mondo. Le loro soluzioni di design furono da subito un chiaro segno di rottura con l’arcaica idea di design come espressione d’arte elitaria.

Da aprile a novembre, un weekend al mese, va “in scena” l’Altare Glass Fest, una manifestazione dedicata al magico mondo del vetro.  Accanto ai maestri vetrai altaresi, sono chiamati maestri provenienti dalle più diverse tradizioni vetrarie d’Italia e del mondo, per mostrare e conservare i processi tecnici e artistici che stanno dietro a queste tradizioni, tramandate di padre in figlio nel corso dei millenni. La manifestazione è dedicata ad appassionati e studiosi del vetro, amanti dell’arte e dell’artigianato, e naturalmente ai turisti e ai semplici curiosi. Partendo dalla collezione del Museo dell’Arte Vetraria altarese, che tramanda la storia della produzione locale, Altare Glass Fest offre ai partecipanti la possibilità di osservare dal vivo l’antica lavorazione direttamente dalle sapienti mani dei maestri.

Infine, una nuova mostra, con inaugurazione prevista il 9/10 ottobre 2020, dal titolo Il Tappeto Volante: percorso artistico di Giuse Maggi nel Medio Oriente, ospiterà le straordinarie opere dell’artista milanese. La sua ispirazione riflette il fascino delle forme e dei colori delle tradizioni e dei paesaggi arabi. 

Bibliografia utile

  1. Badano Brondi, Luigi G. Bormioli, Ricette vetrarie altaresi. Note e appunti di fornace, SAGEP, Genova, 2014.
  2. Badano Brondi, Storia e tecniche del vetro preindustriale. Dalla Liguria a Newcastle, De Ferrari & Devega Genova, 1999.
  3. Chirico (a cura di), Il museo dell’Arte vetraria altarese, Litografia Bacchetta, Albenga, 2009.