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Sei in lockdown, (termine inglese che possiamo tradurre in italiano con le parole”blocco”o”isolamento”. 

Le nostre abitudini quotidiane hanno subito uno stop e un cambiamento, i rapporti sociali ridotti al minimo. Il distanziamento sociale non è più  una scelta personale ma un imposizione, una regola da rispettare,  lo stabiliscela legge, devi mantenere le distanze da chi si trova vicino a te, non puoi abbracciare o stringere la mano alla persona che incontri, non puoi fare visita a parenti e amici, puoi uscire solo per ragioni di neccessità e devi dimostrarle in caso di controllo da parte delle forze dell’ ordine.

Improvvisamente ci siamo trovati ad affrontare anche problemi di natura economica ,la chiusura delle attività commerciali, siamo rimasti a casa dal lavoro e conseguentemente a questo sono venute anche a mancare abitudini e relazioni quotidiane con colleghi e clienti .

Per vincere  la solitudine e per sentieci meno soli ci siamo attivati con i vicini di casa,  dalla finestra o dal balcone di casa a cantare e dialogare, abbiamo imparato ad usare social, chat, videochiamate per parlare a distanza.

Tutto il mondo si è trovato in emergenza e sul piano umamo ancora una volta ci siamo attivati per mettere in moto la macchina della solidarietà, non è la prima volta che questo avviene, in passato ci siamo mobilitati per aiutare popolazioni terremotate o alluvionate, abbiamo raccolto e distribuito cibo o generi di prima necessità medicinali , abbigliamento e giocattoli. In queste settimane abbiamo raccolto mascherine, abbiamo promosso la spesa sospesa, gli alimentari e la verdura lasciata alla sera fuori dai negozi per le persone che necessitano sostegno economico.

Arriverà il giorno del ritorno alla vita normale, cosa resterà in noi di tutto questo ? Riavvolgeremo il nastro di questo periodo della nostra vita o continueremo ad ascoltare i buoni propositi di amicizia, solidarietà e di convivenza tra le persone?. A breve avremo la risposta a questa domanda .