ribellarsi al lockdown viaggiando con l'immaginazione

Ribellarsi al lockdown viaggiando con l’immaginazione

Durante l’infinita segregazione del lockdown, sono molte e variegate le cose che mancano ad ognuno di noi. I romantici sognano la passeggiata del tramonto fronte-mare, i più sensibili non vedono l’ora di provare di nuovo il calore di un abbraccio, ai liberi professionisti manca la presenza di cifre a più di uno zero sul conto corrente, e via dicendo.

Questo rimuginare malinconico è poi particolarmente sentito da una delle categorie forse in assoluto più sfigate in relazione a questa emergenza (ovviamente, dopo i liberi professionisti): i viaggiatori appassionati. Io, per esempio, faccio parte sia della categoria liberi professionisti che di quella dei viaggiatori appassionati. Pensate un po’ che fortunella.

Quindi, in qualità di individuo facente parte del 10% della popolazione più duramente colpito da questa terribile situazione, mi sono presa la briga di trovare un modo, per noi zingari-inside, di non rinunciare al viaggio e lasciar andare per qualche minuto l’ossessione da covid-19. Esatto, fuck the system, noi si viaggia lo stesso. E si viaggia con l’immaginazione!

E allora via…chiudiamo gli occhi e catapultiamoci in un’altra realtà, prendiamo un volo della Fantasy Airlines e ci si vede a destinazione.

Cabin crew, prepare for landing.” il tuo sogno ad occhi aperti inizia con la voce del capitano, che ti sveglia dal torpore del volo. Eccitato, dai un’occhiata fuori. Il paesaggio è pianeggiante e verdissimo, intorno a te solo mare, man mano che ti avvicini puoi distinguere ettari di palmeti. Mamma mia che spettacolo, mi sa che sei capitato ai Caraibi! Non stai più nella pelle, devi goderti l’atterraggio con la vista migliore possibile.

Purtroppo, la compagnia Fantasy Airlines è più low cost di Ryanair, la prenotazione del posto era da pagare a parte e visto che tu sei un maledetto taccagno, ora ti ritrovi con un posto corridoio. Ti sporgi sul fianco destro sorridendo al tuo fortunato vicino, che ha già spalmato la faccia sul finestrino per godersi la pole position dell’atterraggio. Mentre ti avvicini, si accorge della tua presenza via via più prossima. Improvvisamente schifato, si ritrae diventando tutt’uno con il finestrino e ti intima: “Ma stia indietro per carità! Mantenga il metro di distanza!”

…no. Scusate. Devo uscire da questo loop.

Ok, riprendiamo il viaggio. Sei finalmente in spiaggia, con le natiche poggiate sulla bianca, calda distesa di arena. Un’amaca dondola leggera nel vento pronta per coccolarti, nell’aria profumo di salsedine e olio di cocco, in lontananza intravedi un chiringuito che vende cocktail ghiacciati a due dollari.

Mischiate al rumore di piccole onde, le note di Three little birds. Pensi che non c’è nulla di più azzeccato di un Bob Marley per questo scenario pazzescamente chill. Brava mente, fino a qui ottimo lavoro!

Si avvicina un ambulante, è un piccolo ometto con un cappello da contadino, porta sulla spalla una cassa di legno e sulla faccia il sorriso di chi è conscio di lavorare nel posto più bello del pianeta. “Sicuramente vende qualche leccornia” pensi, già in pieno picco glicemico al solo pensiero. Mentre ti comincia a montare la bava alla bocca tipo cane di Pavlov, il piccolo ambulante è ormai a un passo da tuo telo multicolor. Sbirci dentro la cassa e ci trovi…Gel igienizzante per le mani 50ml? Cooosa?

…no, non ci siamo di nuovo. Ok, cancelliamo l’ultima scena. Niente ambulante, niente gel. Proseguiamo.

Finalmente è ora di cena. Con la pelle un po’ scottata ma con la mente distesa e un senso di amore profondo verso il creato, indossi il tuo pareo floreale e le infradito con la bandiera della Giamaica che hai acquistato al mercatino del villaggio di pescatori dopo una mezz’ora di contrattazione per risparmiare venti centesimi. Come ricordiamo dall’acquisto del volo, infatti, sei un po’ barbone nell’anima.

Con passo molleggiante a ritmo di reggae e questo outfit discutibile, ti accingi ad accomodarti ad un grazioso tavolino di legno di bambù con vista sulla scia di luna piena, che dal cielo terso si spalma luccicante sul mare piatto come una tavola. In attesa dell’aragosta fresca prevista dal menu, decidi di leggere sulla lavagna davanti a te le attività proposte per domani da quel megagalattico resort in cui ti trovi. Ore 9.00 risveglio muscolare; ore 12.00 gioco aperitivo; ore 16.00 escursione alla Isla Bonita; ore 18.00 diretta di Giuseppe Conte.

…e niente, ci risiamo. Scusate amici, sembra proprio che quest’ossessione pandemica sia davvero difficile da tenere a bada. Ma dobbiamo provarci a viaggiare con l’immaginazione, dobbiamo provarci più forte!

Quindi, dicevamo.

Terminata la tua cena da nababbo, stanco come se avessi zappato la terra, deicidi di dare la buonanotte a quest’isola meravigliosa e goderti un minimo di 10 ore consecutive di sonno sereno, cullato dal fruscìo delle onde del mare. Entri nella tua alcova di legno sulla spiaggia, ti togli finalmente quell’orrendo pareo (perché è orrendo, diciamocelo) e ti prepari al tuo meritato riposo. Sul letto, il sorridente e mite personale del resort ti ha lasciato un piccolo kit di benvenuto. Un asciugamano modellato a forma di elefante, tre saponette al profumo di monoï, un dolcetto di cocco e…una mascherina chirurgica in polipropilene a 3 strati.

Vabbè, buon proseguimento di vacanza, mi sa che #iorestoacasa.

 

Arianna Pernorio