Ci sono individui tossici. È triste ma è così.
Essi avvelenano l’aria e inaspriscono rapporti che, prima della loro comparsa, erano distesi.
Le persone tossiche sono una condanna, sia per l’inconsapevolezza di chi si imbatte in loro includendole nella propria vita, sia per chi ne sia spettatore involontario.
Non solo, l’obiettività di chi, davanti a un’intossicazione generale, rimarrà se stesso diventerà impopolare e scomoda.
Scomoda perché, costantemente, ricorderà loro che si sono lasciati avvelenare.
La prima caratteristica della persona tossica è un rancore insito, quasi involontario.
Poi vengono il livore, i complessi tenuti insieme da un antico senso di inadeguatezza.
L’inadeguatezza della persona tossica si traveste in modo pretenzioso e poi si manifesta sotto forma di balzana alterigia.
Balzana perché assolutamente ingiustificata dai mezzi e, soprattutto, dall’esperienza personale che, di per sé, è quasi sempre molto esigua.
A contraddistinguere questo soggetto è sempre il sentimento negativo. Ogni incertezza, infatti, invece che diventare motivo di crescita, diventa motivo di rivalsa e, a uno stadio ancora successivo, vendetta.
Se la persona tossica ha un’intelligenza mediocre, pretenderà di essere considerata meglio di quel che è.
Saprà perfettamente di essere priva di particolari pregi, perché convivrà costantemente con i propri sentimenti negativi; ma, stagnandoci all’interno, come in un deposito di scorie, si illuderà di poter essere vista diversamente; anzi, lo pretenderà.
Ma invece di tentare di evolvere in qualcosa di meglio, si convincerà di esserlo già.
Capovolgerà ogni prospettiva, trasformandosi, nella propria mente, in qualcuno che non è.
Mistificatori, narcisisti, affabulatori e strateghi. Solitamente è così che sono davvero.
Ma anche in questa condizione di assoluta negatività, l’esigenza sarà quella di dipingersi differenti da quello che sono. E il modo per farlo sarà costantemente il pretesto per nuocere a qualcuno.
L’individuo tossico ha una costante esigenza di odiare. Prova fastidio, invidia e rivalsa, ma, oltre a non accettare questi come sentimenti personali, persino se avrà motivo di soddisfazione, non potrà fare a meno di viverli costantemente, respirarli come fossero aria.
Il motivo della rivalsa e del fastidio che fa da fil rouge alla loro esistenza, ovviamente, sono gli altri.
Gli altri in qualunque modo, sia per la loro consistenza personale che, eventualmente, per ciò che possiedono.
E se le due cose non coincidono, odieranno gli uni per un motivo e gli altri per un altro.
La persona tossica la riconoscerai sulla lunga distanza.
All’inizio, infatti, tenderà ad affabularti, a convincerti del proprio valore e persino dell’onestà dei suoi propositi.
Tenderà a dare sempre il meglio, a gettare fumo negli occhi, per creare di sé un’immagine che sia positiva e apprezzabile.
Tutto questo durerà sino a che l’istinto di competizione, che muove inesorabilmente la loro sostanza, verrà messo alla prova.
A quel punto, la vera natura si paleserà e, con essa, anche l’esigenza di mistificare la verità.
Ma è con la memoria altrui che questi personaggi non fanno mai i conti; con la capacità che gli altri hanno di ricordare molto bene quel momento in cui la loro vera natura si è manifestata.
Quel momento è sempre riconducibile a qualcosa che ha dato loro fastidio, che li ha costretti nell’angolo, presi a pugni dai loro stessi complessi e dall’incapacità di accettare i propri limiti e le altrui soddisfazioni.
Possono contare sulla propria meschinità, ma non certo sul benestare delle loro motivazioni che, davanti a un senso di comune franchezza, sono sempre inesistenti.
Ma il vero problema è che in questa natura così tanto distruttiva c’è qualcosa di magnetico che attrae i vinti, quelli che nella vita hanno bisogno di qualcuno che dia loro un alibi per arrendersi.
Arrendersi all’inettitudine o alla pochezza, poco importa; l’importante è non dover fare la fatica di crescere e migliorare i propri piccoli sentimenti.
La mia esperienza in merito, dopo che ho visto devastare ciò che un tempo era buono, non perfetto ma certamente accettabile, è che l’unico modo che avete per non farvi intaccare, è distaccarvi.
La persona tossica, pure senza grandi sforzi, fa sugli altri l’effetto del fumo passivo: un danno costante e inconsapevole che, inesorabilmente, si trasforma in cancro.
Patrizia Ciribè