La filosofia dei drive in– Nello scenario collettivo, quando si parla di drive in, si ha subito un’associazione mentale di un ricordo memorabile legato ad anni altrettanto memorabili e al sol citarlo sembra una cosa figa.

Ma cosa sappiamo dei drive? Una delle tante curiosità è che il drive in, secondo la storia ufficiale, nacque grazie ad una donna sovrappeso.

Il figlio della donna, Richard Milton Hollingshead Junior, stanco di vedere la madre soffrire per non poter andare al cinema poiché le poltrone le davano problemi, iniziò a pensare ad una soluzione. Ne venne a capo nel 1932.

Come? Semplicemente così; sistemò la madre nell’auto di famiglia, inchiodò un lenzuolo tra due alberi del suo giardino e proiettò un film, per la sua mamma e per tutti i vicini che abitavano nel quartiere. L’idea funzionò. Nel 1933 registrò l brevetto, ma nel 1950 un tribunale dichiarò il brevetto invalido. Nel mentre, Hollingshead partì con la sua idea imprenditoriale, il biglietto costava 25 centesimi e per la prima serata a pagamento proiettò una commedia inglese, Beware Wife.

In pochi anni l’idea di Richard si diffuse in tutti gli Stati Uniti: tanto da diventare rapidamente negli anni Cinquanta un vero fenomeno di aggregazione di massa. Il drive in era davvero una formula vincente, bastava poco. Un pezzo di terreno, un po’ di cemento, casse e proiettore. Vendita di servizi come bibite e pop corn faceva da scenario ideale all’idea di vedere il film come al cinema.

Il declino dei drive in si è poi visto nei due decenni dopo, intorno alla fine degli anni 70, quando qualità della proiezione e l’introduzione della tv in tutte le case, hanno iniziato a farla da padrona.

Oggi parlare di drive in sembra quasi un riscoprire una vena vintage che pulsa dentro di noi.

Se ne parla tanto, soprattutto quest’anno, per l’entusiasmo con cui se n’è parlato e per le dinamiche che possono permetterci di uscire in sicurezza, sembra nuovamente una formula vincente nel 2020.

Dalla serie le mode ritornano.

Personalmente non ci vedo solo un possibile ritorno ad un contenitore di evento memorabile ma anche la possibilità di riscoprire un certo di tipo di bellezza che nasce dalla socializzazione e dalla volontà dello spettatore moderno di tralasciare l’aspetto puramente tecnico della prestazione video. Riassaporare l’aspetto aggregativo, anche se a distanza, di alcune pellicole intramontabili e possa godere del contesto, soprattutto storico in cui viviamo. Un intreccio tra la nostra storia contemporanea e un futuro prossimo, in cui siamo proiettati e tutti siamo protagonisti.