Invino Veritas XI puntata

Invino Veritas

 

 

Invino Veritas XI puntata

Da quando è arrivato Gianni ci siamo trasformati da quattro amici al bar a quattro ubriaconi e un funerale, lui.

Sì perchè da quando Gianni è diventato un salutista (“Per colpa di Erica” dice Mario, “Per colpa sua” -dico io – che credo ancora nel libero arbitrio) non parla altro che di tour in bicicletta, di cucina vegeteriana, di vita sana a contatto con la natura.

Sia ben chiaro alla catastrofe prossima ventura del clima credo anch’io, ma al contrario di Gianni non sono un integralista.

Ho notato – lo dico senza verificare se sia vero – ho notato che uno diventa integralista quando abbandona la sua vecchia vita che era l’opposto di quella che ha vissuto da giovane e vi posso assicurare che Gianni, da giovane, oltre a grande bevitore era anche grande amatore e gran giocatore di poker.

Oggi tuona contro chi gioca a poker, chi come noi beve e si professa monogamico, proprio lui!

Ma come dice un proverbio lombardo: “Kand ch’el cul l’è frust\ el Pater noster el vegne giust”.

Insomma Gianni è un pentito.

Immaginatevi l’impatto che ha fatto sul nostro gruppo che, con moderazione rispetto alla gioventù, almeno il mercoledì si lascia un po’ andare.

Oggi si presenta all’appuntamento in bicicletta, dopo avere fatto una nuotata. Lo dice con orgoglio, poi comincia a farci pippa sull’alcool.

“L’alcool è il nemico del fegato” dice con tono apocalittico.

Noi in silenzio, ascoltiamo Padre Gianni nella sua prima omelia italiana dopo la conversione.

Ci sentiamo un po’ in colpa, anzi , che è il più influenzabile si cosparge il capo di cenere e sta per chiedere scusa dei suoi peccati alcoolici, Mario che ha più personalità resiste e cerca di addurre argomenti, ma Gianni non lo lascia parlare. Ci guarda con disprezzo: “Ma lo vedete che siete soprappeso, ma lo sapetequante calorie ha un bicchiere di vino rosso?”

Sto per rispondere perchè lo so, ma lui mi zittisce e dice: “Taci, te lo dico io, 80-120 calorie. Un pasto!”

“Esagerato” pensiamo noi.

Ma la sua campagna di persuasione non ci lascia requie e soprattutto non ci lascia la parola. A noi piacerebbe difenderci, ma ci è impossibile! Alla faccia della democrazia. Nessun diritto di replica.

“Voi al mercoledì vi bevete almeno due bicchieri, quindi uscite di qua che avete già pranzato! Andrebbe anche been è che sollecitate solo il fegato che si sgrassa e soffre!”

Un po’ ‘sto fegato mi fa pena. Poveretto per mio egoismo lo sollecito troppo! Ma il vino è così buono che il fegato capirà! Lo penso tra me e me perché non ci lascia intevenire è un fiume in piena.

Siamo scolaretti che ascoltano compunti il loro precettore.

Poi dice la frase fatidica che tutti ci aspettavamo è uno slogan tipico degli alcoolisti anonimi: “Senza contare che, alla lunga, il vino fa venire la cirrosi epatica!”. Terrorismo ideologico.

Noi, ci tocchiamo tutti,devo dire che questo argomento ci haoccato un po’. Io ad esempio calcolo che nella mia vita avrò bevuto una petroliera di vino e mi vedo vicino alla cirrosi. Impallidisco.

L’unico imperterito, anzi sorridente è Giuse che appprofitta di una pausa del suo discorso e si inserisce subito con questa frase:

“Meglio morire di cirrosi, che sani e abbelinati come te!”

Non so perchè è scattato un applauso!