Invino Veritas. Puntata VI. Tratto da un mercoledì da beoni. di Felice Rossello

Invino Veritas

VI

Ci sono dei mercoledì che ci sentiamo particolarmente colti, soprattutto se invece del vino ordiniamoci l’Hemingway che ha un grado alcoolico altissimo. Lo servono in quei calicilarghi in cui ce ne sta quanto basta per alterare al terzo sorso.

A quel punto perdiamo i freni inbitori e ci avventuriamo in discussioni più grandi di noi e tranciamo giudizi su cose di cui siamo ignoranti.

Creo che nascano così le fake news. Basta un sentito dire per renderlo noto sui social, senza verifica.

Oggi al quarto sorso Mario si lancia nella religione.

Parentesi per chi legge: Mario è l’unico laureato del gruppo, ma laureato non vuol dire niente, la laurea a noi studenti sessantottini la regalavano a tutti.

Ai miei tempi si sono laureati cani e porci, a volte mi viene il dubbio che se oggi siamo in queste condizioni sia colpa anche del 68, ma poi mi mangio la lingua.

E’ per me un asioma che la cultura non la fa la laurea, ma l’approfondimento degli argomenti e non importa se non hai la patente da una qualche Università ti dà la “patente” cioè una laurea. Per me un lauyreato è chi studia, approfondisce e in questo Mario è ancora oggi a 70 anni uno che studia. So che quando non beve legge e approfondisce.

Infatti pendiamo tutti dalle sue labbra.

Deve s stato Ennio che ha cominciato infatti assaporando voluttuosamente, neanche fosse una donna sexy, la ciliegina che era nell’Hemingway ha detto con voce già un po’ impastata:

“La mangio eprchè non è una mela e non ci sono donne!”

“Va bene che sei al terzo sorso e un po’ fané, ma che cazzo stai dicendo…Cosa c’entra la ciliegia con la donna e poi scusa…la mela, guardo che dico a Jimmy di portare via l’Hemingway, caro mio non lo reggi!”

Ho la bocca impastata anch’io, un po’, ma il ragionamento mi sembra quello di uno sobrio, tant’è vero che Mario scuote il capo e dice:

“Ennio ha ragione sono delle rosaceae entrambe, quindi c’è una grande affinità, tant’è che io sarei disposto a sostenere che non una mela, ma una ciliegia fece mangiare Eva a quel cretino di Adamo”.

Poi si rivolge a Ennio e gli chiede:

“Quando tu ti riferivi all’assenza di donne nel nostro consesso, volevi forse dire che la mangi sicyro pechè non c’è nessuna Eva che te la offre?”

Affascinato dalla spienza di Mario devo però precisare che Ennio non è quel pozzo di scienza che sappia queste! Ennio ha come hobby il calcetto, legge si informa poco, va in giro per la cittàostentando la Gazzetta dello Sport, non mi smebra così profondo; invece a sorpresa, certamente bluffando, Ennio dice sussiegoso:

“Certo a quello mi riferivo e convengo con te di ciliegia si trattò nel Paradiso Terrestre e non di mela!”

uesto può l’alcoll che un esperto di 4,2, 4; 5,3,2 ecc. possa far creddere di aver studiato una materia su cui hanno sudato generazioni di esperti.

Ma il mercoledì da noi a volte e così!

Da quel momento in poi ci impegniamo in una discussione “da ciucchi” ne l vero sens della parola:

All’una eravamo ancora lì che discutevamo su serpenti, mele, pere, cileige e susine, Pentateuco Deuteronomio (sì anche questi nomi vengono fuori quando sei ciucco!) sino a che Giuse che sino ad allora era stato zitto tutto attento asnetirci blaterare se ne esce con questa frase apodittica:

“Voi siete scemi -aveva la bocca impastata anche lui – Eva ha dato certamente da mangiare ad Adamo una mela…Volete la conferma? -ripetè Volete la conferma?2 La ripetè la frase perchè la prima gli era venuta un po’ impastata e non l’avevamo capita bene.

“A questo punto sì” dicemmo all’unisono.

“Ecco la conferma – ripetè lui tutto compreso – Vi siete mai chiesti perchè il pomo d’Adamo si chiama pomo d’Adamo?”

“No” dissi io con quello che mi restava di sobrietà.

“Si chiama così perchè la mela di Eva gli è restata nel gozzo!”

Quel mercoledì pagò lui perchè noi ce ne andammo scazzati e lolasciammo solo.

Parla poco e parla poco ma quando apre bocca ……. Povero Giuse.