Invino Veritas. Puntata IV. da Un mercoledì da beoni.

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Eravamo i soliti quattro amici al bar per festeggiare il solito mercoledì da beoni.

“Quant’è che ci conosciamo?”- chiede con tono nostalgico Mario.

Di tutti noi Mario, l’ingegnere, è il più nostalgico, quando beve un po’ di più ha quella che si dice la ciucca triste. Per questo motivo quando arriva la terzo bicchiere cerchiamo di sviarela sua ttenzione verso altro dal vino. Il mercoledì deve essere un giorno allegro, non ci piace vedere gente piangere.

“Sei già ciucco?” gli chiedo.

“No, non ho ancora bevuto, anzi -alza il calice che controluce manda un bel riflesso coloro rubino –

alla salute di tutti!”

“Io tanto bene oggi non mi sento – dice Ennio – Ho un dolore qui”

Si tocca la schiena.

“Sentite -faccio io -quello ha la nostalgia del passat, questo ha i dolori reumatici, non mi sembra che si prospetti una bella giornata, parliamo di cose allegre, dai…”

Giuse ligio al suo ruolo ci guarda e tace. Beve a piccoli sorsi il suo Piccolit e ascolta.

“Comunque fammi fare i conti…Io ho 68 anni…”

“Per gamba mi fa Mario. E’ 5 anni che dici di avere 68 anni. Senti non è possibile sei andato in pensione a 65 anni 6 anni fa…65 più 6 fa 71.”

“Non bisogna mica essere laureati per saperlo” – dico offeso io.

“Ma a volte serve!” replica Mario che mi ha preso con le mani nella marmellata.

“Io sapevo che tu sei di marzo, ma l’anno e il giorno non li so!” si intromette Ennio.

Giuse tace e sorseggia. Quando sdembra non interessasrsi del mondo e si limita a guardare, ridendo sotto i baffi, lo giuro in questi casi ride sotto i baffi, l’ho notato, comunque quando fa così che gli amici timettono in mezzo e lui sidiverete a guardare quello che è in difficoltà, tanto più che ora ci sono io sulla “cincia”, lo ammazzerei.

“ehi Giuse – lo apostrofo – cosa ci hai da ridere sotto i baffi?”

“Io, guarda che ti sbagli, io asaporo il mio Piccolit!”

“E’ vero – fa Mario – lui non c’entra niente, stavamo parlando della tua età, lui stava a sentire…”

“Sì ha ragione Mario, Giuse non c’entra, stavamo parlando della tua età…”

“Eh no, signori, veramente la prima domanda, quella iniziale era da quanto tempo ci conosciamo e io stavo facendo i contipartendo dalla mia età attuale”

“Che ci hai dato falsa, perchè il signore ha paura di invecchiare esi toglie gli anni come le donne…”

“Tua sorella” dico io.

“Mario non ha sorelle semmai ha un fratello!” precisa Giuse

“Ah lo vedi che ascolti quello che diciamo, lo vedi, Mario, che non assapora solo il vino, come dici tu, ma ascolta anche e si bea, lo stronzo, delle nostre liti”

“Almeno a qualcosa serviamo, a fare divertire Giuse” filosofeggia Ennio.

“Senti, anche tu, perito dei miei stivali, me lo spieghi perché oggi stai con Mario e quando invece non c’è ne parli male…Sì – mi rivolgo a Mario – perchè quando non ci sei parla male di te,dice che ti dai delle arie, che si vede dalla spocchia che hai che snobbi chi ha fatto scuole tecniche….”

“Eh bravo Stefano…” Non l’ho ancora detto ma io mi chiamo Stefano “ti hanno messo all’angolo e adesso cerchi di uscire mettendo contro Mario ed Ennio”

“Ehi tu- diciamo all’unisono – bevi e non ti intromettere – lasciali litigare in pace, che c’entri tu!”

Ennio lo guarda con aria di sfida:

“Ma ci vuoi lasciare litigare in pace,cosa c’entri tu!”

“Non possiamo neanche discutere senza che intervenga tu, brutto rompicoglioni!” aggiungo io.

Giuse si fa piccolo piccolo e si rifugia nel suo Piccolit, e non dice più niente.