Il miele di Barena. Avete mai avuto la sensazione di essere nel luogo giusto al momento giusto? Se la risposta è sì, vuol dire che qualcosa vi ha spinti a cercare in profondità il significato di alcuni “segnali” che la vita stessa offre e che spesso, non abbiamo occhi per guardare davvero.

Questa sensazione l’ho avuta ieri, in Veneto, vicino a Venezia precisamente a Dolo una cittadina che si affaccia sulle rive del Brenta. Sono qui da alcuni giorni, per motivi di lavoro, organizzo eventi e quest’anno il format dei Drive in è stato molto richiesto in parecchie città del Nord est Italia. Il tour ha toccato diverse città in Piemonte, Lombardia e ora Veneto. E così, eccomi qui.

Dopo una settimana di pioggia e imprevisti legati al tempo, ieri la mia gola era davvero in fiamme.

Sono alloggiata in un Hotel in pieno centro città, vicino al quale ci sono delle abitazioni private.

Una di queste mi ha colpito molto, non tanto la casa in sé (una semplice casetta su un piano, tipo villetta a schiera) ma il giardino tutto intorno. Ho notato, in particolare, un albero dai frutti conosciuti, con qualcosa che mi ha davvero incuriosito. Il fiore del frutto maturo, color rosso accesso, la sua forma delicata ma decisa ha suscitato in me meraviglia e bellezza.

Neanche il tempo di osservare questo albero e già mi domandavo che cosa fosse. Perché mi era famigliare ma visto così, tutto fiorito, non riuscivo a capire. Una signora anziana è sbucata dall’uscio della porta di casa. Così con la mia faccia sorridente e con tono curioso le domando;

<< Buongiorno signora, ha un bellissimo giardino, ma che albero è questo?>> e le indico l’albero dai fiori rossi.

Lei risponde con un accento veneto molto spiccato e con tono scherzoso:

<< L’è un melograno, non si chiede una cosa così, tutti lo dovrebbero conoscere, non hai mai visto un melograno?>>

Mi sono messa a ridere con lei e sorridendo le dico:

<< Si si di melograni ne ho visti molti, mai con il fiore signora, i miei genitori ne hanno diverse piante ma raccogliamo i frutti quando sono maturi per mangiarli, i fiori del melograno me li sono persi!>>

Nel mentre arriva un signore del posto, non ho capito se il marito della signora o un conoscente, il dialetto veneto stretto non lo capisco benissimo ma tra di loro si vedeva una certa confidenza.

<<Buongiorno, qui ho portato il miele>> dice lui, rivolgendo alla padrona di casa un sacchetto pieno di barattoli di vetro di diversa dimensione.

Si gira verso di me con un sorriso e mi domanda:

<< Signorina ha notato il giardino della signora? Ha visto che bei fiori? E il basilico?>>

<<Si, veramente bello, mi ha colpito l’albero di melograni, con tutti quei fiori rossi!>> rispondo io

Lui stacca un ciuffo di basilico dalla pianta in vaso, molto molto avanti, una pianta di basilico enorme, tanto da essere in fiore anche quella, e me la porge:

<<Tenga, senta che buon odore>> dice lui

Io la prendo tra le dita e annuso per bene. Rispondo scherzosamente:

<<Di basilico me ne intendo un pochino, sono ligure e sa per il pesto….solo che da noi lo raccogliamo quando le foglie sono ancora piccole e tenere, raramente vedo il basilico in fiore!>>

E lui, con un certo orgoglio nella voce, dice:

<< La signora qui lascia fare i fiori a tutte le piante per dare da mangiare alle api.>>

<<Alle api piace molto il basilico, poverine. Sa io cerco di dargli qualcosa da mangiare perché si devono accontentare ora come ora>> Afferma lei guardandomi negli occhi con tenerezza.

<<Wow per le api?! e si, giusto! Anche loro devono mangiare!>> Le rispondo io prontamente con una bella sensazione dentro come un riconoscimento di appartenenza in quelle parole, un mix di magia e cultura popolare.

Mi squilla il dannato cellulare, la conversazione si sospende. Faccio un cenno di saluto con la testa e con una mano, auguro una buona giornata e mi giro per andarmene. Mentre rispondo al telefono, la voce della signora richiama la mia attenzione.

<<Tieni, questa è per te! Porta un vero souvenir a casa di Venezia!! È tuo!>> E la vedo che si sbraccia davanti al suo cancello con in mano un barattolino di miele.

In quel momento, distratta dal telefonino, ho preso il barattolo, l’ho guardato incredula nelle mie mani e l’ho ringraziata tanto. Ancora non avevo assolutamente messo a fuoco cosa stava succedendo.

La mia giornata, da quel momento è stata intensa, per via dell’organizzazione dell’evento, un susseguirsi di chiamate e sopralluoghi. Non ci ho più pensato.

Con l’arrivo della sera, la mia gola davvero provata inizia a darmi fastidio e farsi sentire.

Mi torna in mente il barattolo di miele e così lo tiro fuori dalla borsa ed inizio a ripensare a quello che era successo la mattina.

La signora mi ha donato una cura per il mio mal di gola. Incredibile! Leggo meglio sul barattolo e noto la scritta Miele di Barena, mai sentito. Curiosa come sono, faccio subito una piccola ricerca e scopro che è un miele tipico di queste zone, si produce solo nella laguna veneta. È frutto di pollini dei fiori che nascono sui terreni incolti ai margini della laguna. Sempre più raro per via delle modificazioni morfologiche del territorio.

So che può sembrare banale o cosa da poco, per me questo DONO disinteressato e così perfetto è stato un vero gesto d’amore. Un amore incondizionato nei confronti del prossimo, una speranza di luce, slegata dal commercio, dalle condizioni di mercato. Un dono, un dono vero. Ecco allora che il rituale del donare costituisce un’azione di senso compiuto inserito all’interno del paradigma sacro del farsi riconoscere e, quindi, di sviluppare relazioni interpersonali.

Come diceva Pablo Picasso:

Il senso della vita è quello di trovare il vostro Dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo.