A me piace camminare. Lo faccio di mattina abbastanza presto verso le nove. Per lo più i miei tragitti sono due. Il primo va da Savona ad Albissola. Questa camminata la faccio quando ho voglia di fumare. Sì, io non fumo, ma quando passeggio da Savona ad Albissola sul lungomare Matteotti, le macchine sono talmente tante e frequenti che nel tragitto Torretta Leon Pancaldo  Passeggiata degli artisti a Marina si respirano circa  20 sigarette. Camion, automobili rigorosamente con un solo passeggero per macchina, autobus, moto, qualche ciclista che come me ama il fumo e pensa bene di sgranchirsi un po’ le gambe e otturarsi i polmoni. Insomma, tutto il meglio dell’inquinamento lo trovate lì e fortuna delle fortune a qualunque ora del giorno.
Quando invece mi sento salutista allora passeggio sul lungomare di Savona e mi faccio portare dai miei pensieri, o meglio mi guardo intorno affascinato dalla varia umanità che circola in quei posti liberi dal fumo. Per lo più sono ci trovate i padroni che portano a spasso cani di tutte le taglie: piccole, medie e grandi dimensioni. I cani sono tutti rigorosamente al guinzaglio e i padroni si esercitano nella performance di chinarsi a raccogliere le defecazioni delle simpatiche bestiole. Mi soffermo un attimo sui guinzagli che sono quelli che si allungano e in cui noi single della passeggiata ci inciampiamo, guardati con astio dai padroni medesimi che ci guatano come a dire: “Fai attenzione!” “A chi?” direbbe Totò. “Fai attenzione tu! Anch’io povero cristo che cammina per il gusto di camminare e non per gusto di far defecare quel povero prigioniero che  è  il cane ho diritto di calcare il suolo pubblico! Ma non sono di queste persone che voglio parlare. Il mio pensiero va invece a quelli che chiamo “fighetti”. Spiego chi sono. Chiamo “fighetti” coloro che corrono sul lungomare con tute aerospaziali, cardiofrequenzimetri, scarpe da trekking da 500 euro, berretto di cashmire o bandana di seta  a cui della corsa non può interessare di meno. Corrono per esibire se stessi e corrono per lo più scomposti. Sono gli uomini, sui quarant’anni, che, forse, in gioventù, fecero sport con poco successo probabilmente. Non sanno manco correre, ma sono molto attenti a guardarsi intorno per vedere se hanno fatto colpo. Le donne per lo invece corrono in compagnia, se è possibile corrono ancora peggio e mentre corrono o camminano a passo rapido parlano, parlano, parlano, che non si sa come facciano a concentrarsi e avere così tanto fiato per correre e parlare. Perchè lo facciano spesso lo si evince se si guarda il loro lato B. Qualcuno deve avere detto loro che se si corre quel lato da Provincia  può diminuire sino ad essere degradato a Comune. Insomma camminare mi serve per guardare e capire il mondo. È bello osservare i propri simili, soprattutto è bello camminare per gusto di camminare e farsi venire appetito.