Facevo parte di quella fascia di donne che comprava vestiti e scarpe ogni volta che poteva. Ogni volta “quel capo” non poteva non far parte del mio armadio.

L’onda di questi acquisti “indispensabili” l’ho cavalcata quando ero responsabile delle aperture di nuovi negozi all’estero. Non potevo non approfittare degli sconti dell’azienda di abbigliamento per cui lavoravo per essere alla moda e presentarmi alle clienti indossando i capi che poi avrebbero inserito nei loro negozi.

Anni di acquisti che affollavano il mio armadio e che puntualmente quando lo aprivo il pensiero era “non ho nulla da mettermi”. Poi dopo la crisi del 2007 e la mazzata finale del 2011, il sogno di responsabile estero, i viaggi, le relazioni pubbliche, le inaugurazioni e gli acquisti, hanno subito un tragico taglio.

Come (la mia esperienza)

Ma avevo un armadio da favola! E mi avviavo verso una nuova tappa della vita, anche. Vita stravolta, diventata per lo più sedentaria e a disposizione della famiglia.

Il mio armadio era diventato un magazzino di ricordi. La taglia era cambiata (in peggio) e usavo per lo più le stesse cose. Sull’orlo di una crisi di nervi perché a disposizione della famiglia per aggiustare, sistemare e accorciare. Bisognava reagire ma senza cedere all’acquisto di altri vestiti.

Apri quell’armadio, che è una giungla di vestiti, fai passare quei capi che vorresti ancora utilizzare. Perché qualcosa vorrai riUtilizzare, no? Taglia, cuci, accorcia e allarga: il nuovo capo è servito.

          

Dal abito lungo estivo smanicato ho ricavato una blusa con maniche. Le camicette in maglina che mi andavano strette, le ho allargate con altre che restavano in fondo al cassetto. Il pantalone lungo è diventato un capri con applicazione in pizzo. Una camicia di taglio classico le ho dato un taglio sbarazzino. Un giacchino in lana cotta che diventa un cappello, il mio preferito. E così via… ho dimezzato il numero dei capi.

Ho passato qualche tempo a fare questo. Nel gergo si chiama “refresh”, riUtilizzo, rinfrescare, rinnovare. Per me è stato un rimetterMi in gioco con un nuovo obiettivo: incentivare il Riciclo. Fatto nel settore moda è più divertente.

Perché

Perché in fondo la moda è “circolare”. I pantaloni a zampa li portava mia mamma nel ’76 e oggi li trovi ancora in mezzo a quelli a sigaretta, che a sua volta è divertente applicargli due triangoli per gamba e farlo diventare un pantalone a zampa. Non c’è più nulla da inventare, secondo me, c’è da vestire comodi, anche con un bustino sotto una camicetta in seta se questo Ti piace.

Perché tra le principali buone pratiche per un’economia sostenibile nel settore moda è “comprare meno”. Quindi utilizzare ciò che si ha ma con la possibilità di dargli un tocco (o un taglio) unico.

Perché io mi diverto a disfare e creare combinazioni per chi (spero) adori indossare cose ex novo, sue, personali con tocco creativo per un capo unico. Non tutti capiscono il potenziale che c’è ad avere qualcuno che ti rinnova l’armadio. E non nello stile Marie Kondo, non me ne abbia la signora: Non si deve buttare, si deve Rinnovare!

E laddove le combinazioni non si trovino per svariati motivi, i capi possono comunque avere un loro riutilizzo, una seconda vita. C’è comunque un come e un perché. E io l’ho esplorato, trovando una nicchia di settore che invece è una galassia!

La mente umana è creativa fin dai suoi albori.. e prossimamente ve ne parlerò.

Andrea F.Dotti