Canté j’euv, cantare le uova. Un rito contadino antico delle Langhe e in generale un po’ di tutto il sud del Piemonte, dal Roero al Monferrato, una tradizione che progresso e globalizzazione sembravano aver dimenticato e che da qualche tempo è stata finalmente recuperata.
In questa casa, una casa ospitale,
hanno sentito cantare e suonare,
in questa casa ci sta della gente molto complimentosa,
Datemi le uova, datemi le uova
che i vostri vicini mi hanno detto
Datemi le uova, datemi le uova
che i vostri vicini mi hanno detto tenete nella camicia .
Datemi le uova, datemi le uova
che i vostri vicini mi hanno detto
Datemi le uova, datemi le uova
che i vostri vicini mi hanno detto
che canta tutto il giorno.
E adesso che mi avete dato le uova,
se il prossimo anno siamo ancora vivi, noi ritorneremo.
Una delle filastrocche recitata nel “cantare le uova “, si tratta della “questua delle uova”, un’usanza di fine Quaresima, di quando sta per arrivare la Pasqua che rimanda a rituali pagani di festa della primavera.
Un rito contadino antico delle Langhe e in generale un po’ di tutto il sud del Piemonte, dal Roero al Monferrato, una tradizione che sembrava dimenticata e che da qualche tempo è stata finalmente recuperata.
Un tempo erano solo i giovani del paese , che di notte giravano tra le cascine chiedendo cibo, vino e anche dei soldi con cui organizzare il pranzo del lunedì di Pasquetta. Era l’occasione per fare scorpacciate di uova (simbolo di fertilità) e bisboccia, ma anche di cantare e suonare tanta musica! Se poi il padrone di casa era di braccino corto, e magari non apriva neppure la porta, il canto diventava scherzosamente malaugurante.
Oggi in molti paesi è stata ripresa la tradizione che spesso ha scopi benefici. Un esempio ci arriva dal gruppo ” I Cantauova di Cengio ” che ogni anno oltre alle tappe nelle Case di riposo per anziani tocca anche i paesi limitrofi come Millesimo, Roccavignale e Cosseria , i proventi raccolti nel 2019 durante il loro “tour” hanno raggiunto la somma di 5100 euro destinati alla Croce Rossa di Cencio e alla Scuola Statale dell’ infanzia . Riscoperta di una tradizione del passato guardando al presente e che ha trovato un punto di unione che contraddistingue le nostre comunità .
Caro Silvano, complimenti per questo lavoro di incessante recupero della nostra cultura, che da tempo stai curando. Volevo aggiungere che anche in altri paesi della Valbormida, e quindi oltre a Cengio, è da sempre stata viva la tradizione dei Cantauova, fin dal dopoguerra – e ancora fino a poco tempo fa – ricordo i Cantauova di Altare, Carcare, Cairo, Millesimo, Plodio, Bormida, Vispa, ecc. Tradizione quindi diffusa in tutta la Valbormida