BASTA AL <CHI POTEVA IMMAGINARLO!>

L’ennesimo genitore che toglie la vita al figlio, ai figli. Una tragedia immane.

Non si può continuare a propinare ai lettori un commento del tipo <chi poteva immaginarlo>, i vicini lo descrivevano così, i familiari la descrivevano cosà… chi l’avrebbe mai detto. Sarebbe opportuno smetterla di distorcere la realtà.

Ho preso a prestito una riflessione da un post su Facebook di domenica 28 giugno 2020, del dott. Enzo De Bustis, in cui fa riferimento alla favola “Menzogna e verità”, che sono poi andata a cercare in internet e di cui riporto una versione di seguito:

 “La leggenda vuole che un giorno la verità e la menzogna si siano incrociate.

– Buongiorno.- Disse la menzogna.
– Buongiorno.- Rispose la verità.
– Bella giornata.- Disse la menzogna.
Quindi la verità si sporse per vedere se era vero. Lo era.
– Bella giornata.- Disse allora la verità.
– Il lago è ancora più bello.- Rispose la menzogna.
La verità guardò verso il lago e vide che la menzogna diceva il vero e annuì.
La menzogna disse:
– L’acqua è ancora più bella. Nuotiamo.-
La verità sfiorò l’acqua con le dita ed era davvero bella e si fidò della menzogna.

Entrambe si spogliarono e nuotarono tranquille.
Qualche tempo dopo la menzogna uscì, si vestì con gli abiti della verità e se ne andò.
La verità, incapace di vestire i panni della menzogna, cominciò a camminare senza vestiti e tutti erano inorriditi nel vederla così.

Questo è il modo in cui ancora oggi le persone preferiscono accettare la menzogna, camuffata come verità e non la nuda verità.”

La favola ci aiuta a riflettere sugli aspetti di verità e di menzogna presenti nella vita di ciascuno di noi.

Non è semplice accettare la verità, spesso è davvero talmente carica di dolore e di confusione che si fa fatica a tenerla dentro la testa. Il troppo dolore inoltre fa perdere l’equilibrio; proprio per questo bisognerebbe imparare a ridurne il peso a livello mentale, prima di cadere.

Le maschere non sono utili, se non a modificare una realtà che si trasformerà in qualcosa di ingannevole. Sia le maschere fisiche che quelle mentali, che vanno a raffigurare le persone per quello che non sono, per mantenere una parvenza di rispettabilità, per non incorrere in commenti che sarebbero pesanti da screditare.

Alla fine, però il conto affettivo lo pagano i figli nelle situazioni familiari in cui i genitori non funzionano; talvolta pagano con la loro stessa vita la ristrettezza mentale di genitori che l’equilibrio per varie vicende lo hanno perso.

Accettare la menzogna camuffata come verità non è adeguato alla propria salute, per la propria tutela, il vestito a poco a poco svanirà e produrrà un effetto tragico il rimanere senza un travestimento.

Togliere la maschera può permettere di vedere la realtà così come è, anche imperfetta, ma su cui si può intervenire visto che è la realtà della vita di tutti i giorni. Basta fare finta di niente, anche per le convenzioni sociali.

Oramai oggigiorno andare dallo psicologo, dallo psichiatra, dal neurologo non vuol dire essere matti, i tempi sono maturi per non farsi condizionare od etichettare. L’altro genitore, i familiari, gli amici sono invitati anche loro, oltre al soggetto protagonista di varie vicende familiari a farsi aiutare a creare soluzioni personalizzate per i diversi casi e svariati contesti.

<Era una persona normale>, non lo si può leggere più!

Per rispetto di chi normale lo è davvero bisogna cambiare gli appellativi e lo stile di scrittura nel raccontare i fatti;

o forse per rispetto di vittime innocenti quali sono i bambini ed i ragazzi, i figli tutti quanti di qualsiasi età, trattare con rispetto estremo questi casi e stare in un silenzio sacro.

Buona lettura!

Giovanna Ferro