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Aumento dei costi. Rischi e come difendersi. Abbiamo interpellato Francesco Rossello di Federconsumatori.

Il periodo complesso e di emergenza che stiamo vivendo determina un forte rischio di aumenti dei costi: prodotti e servizi di cui comunque abbiamo necessità per vivere, siano essi prodotti di base per l’alimentazione, medicinali, utenze e servizi che ci permettono di comunicare, scaldarci, cucinare, apprendere, insomma svolgere le attività a cui siamo abituati accedendo anche ad un minimo di intrattenimento. E’ la manifestazione della legge della domanda e dell’offerta. Quando all’improvviso aumenta la domanda e l’offerta non è pronta a nuove immissioni sul mercato, o qualche causa la può pregiudicare, si assiste a un lievitare dei costi di acquisizione.

Il fenomeno degli aumenti non è gravissimo, ma è reale e da monitorare prima che si estenda a macchia di leopardo. La possibilità esiste. L’approccio speculativo è prevedibile in tempi di crisi. E’ fondamentale attuare delle misure per evitare che il divario si inasprisca. I cittadini già sono stremati, l’attività di tutela come consumatori diventa ancor di più fondamentale per scongiurare un acutizzarsi della crisi.

Soprattutto nei primi giorni di marzo, quando  si è delineata la possibilità della chiusura delle attività per l’emergenza abbiamo assistito alla corsa ad accaparrarsi farina, lieviti, disinfettanti, amuchina; i rincari si sono affacciati ai nostri portafogli. Le maggiorazioni sui prezzi di frutta e verdura e sui prodotti di prima necessità e da corsa agli scaffali” è stato più evidente per esempio nei supermercati gestiti in franchising, oppure nei negozi dei piccoli paesi dove non c’è possibilità di concorrenza.

Come si monitora una situazione così complessa? Federconsumatori raccoglie tutte le segnalazioni locali che poi passano alle sedi regionali e successivamente alle nazionali. Di qui alle Prefetture e al Ministero che può emettere sanzioni.

Per ora la speculazione maggiore, che ha superato i limiti, si è rilevata sulla commercializzazione delle mascherine. Su questo argomento interviene Francesco Rossello di Federconsumatori “ Paradossalmente l’atteggiamento più discutibile di questo periodo non è tanto quello di alcune farmacie e soprattutto di chi le rifornisce che speculano sui prezzi, quanto quello del sistema pubblico. In particolare, la Regione ha tentato di trasformare la distribuzione delle mascherine in un enorme spot elettorale, dimenticandosi che, trattandosi di un presidio sanitario, sarebbe stato meglio accompagnare la distribuzione con istruzioni dettagliate sull’uso. Risultato: molti cittadini non sanno che la mascherina è usa e getta (solo spiegato nel sito della Regione). E’ come se avessimo tutti un forte raffreddore e ci avessero regalato un fazzoletto di carta a testa facendoci credere di offrirci una soluzione definitiva”.

Un’altra nota dolente che ci tocca da vicino è la questione bollette. Con il decreto “Cura Italia” infatti, sono stati sospesi i pagamenti delle utenze solo nella così detta “zona rossa” iniziale (Codogno per intenderci) . Per carità alcune compagnie telefoniche hanno messo a disposizione giga gratuiti. Devono però essere pagate regolarmente. Non stanno neanche lontanamente tenendo conto degli anziani e di quella fetta di italiani che smart e digital friendly non sono.

Per quello che riguarda i servizi al momento sono più evidenti i problemi collegati all’ottemperare per impossibilità. Per esempio Sky, la piattaforma televisiva, che ha listini anche piuttosto elevati, si è organizzata aprendo i bouquet di cinema a chi ha le trasmissioni di calcio e sport non messe in onda perché le gare sono sospese, ha sì proposto uno sconto per i due pacchetti, ma se si vuole disdire bisogna ugualmente pagare la fee di recessione dal contratto.

Altro problema collegato ai pagamenti che stanno affrontando le famiglie con figli sono le spese relative alle frequenze scolastiche e annessi: rette, mense, convitti. Non c’è un’indicazione precisa, ma tendenzialmente tenere in sospeso i pagamenti in attesa di un accordo può essere una soluzione. Per il discorso delle gite scolastiche programmate e saltate in linea di massima si fanno emettere alle agenzie di viaggio preposte dei voucher per futuri utilizzi. Per il settore viaggi in questo momento tra i più colpiti è un po’ un dramma. Si tende a tutelare le agenzie, che già non navigano in buone acque. Le compagnie aeree la fanno da padroni. In alcuni casi, soprattutto per chi è in paesi lontani e deve rientrare avvisano che sono programmati voli in date a distanza di alcune settimane, naturalmente a costi molto più elevati. Appare come una speranza per tornare in Italia e quindi sono subito acquistati. Poi li annullano e non rimborsano. Per le compagnie di viaggio il suggerimento è di chiedere sempre i rimborsi rifacendosi all’articolo del codice civile 1463 per cui se un servizio non è erogato il rimborso deve esserci. Le compagnie di volo di solito emettono voucher da usare in futuro, ma bisogna augurarsi che nel frattempo non falliscano e che si riprenda a viaggiare normalmente.

Abbiamo elencato solo alcune delle situazioni che sono emerse in questo periodo di crolli di borsa e scarse capacità di previsioni di ripresa dell’economia e della normalità sociale.

Il coinvolgimento dei consumatori nell’attività di monitoraggio è auspicabile per essere capillari e migliorare il monitoraggio.

La modalità più adatta per una segnalazione è: inviare una e-mail all’indirizzo segreteria@federconsumatorisavona.it o telefonare allo 019-838981