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Molte volte, nei miei pezzi, ho parlato di donne. Ho scritto di donne sia in merito ai diritti di genere, che, più banalmente, alla mentalità maschilista e, anche meno facilmente, agli abusi.

*Il mio prossimo lavoro letterario verte proprio su questo, sul mondo delle donne, sui retaggi, su ciò che ancora condiziona fortemente la nostra immagine nella società attuale.

Oggi vorrei affrontare nuovamente questo argomento partendo da una denigrazione pubblica, quella ai danni della giornalista Giovanna Botteri, attuale corrispondente Rai in Cina.

L’argomento è fresco di pochi giorni e, come sempre accade quando le notizie virano un po’ verso il pettegolezzo, ha avuto un notevole riscontro mediatico.

In breve, per chi non lo sapesse, i due conduttori di Striscia la notizia, Gerry Scotti e Michelle Hunziker, hanno evidenziato, e ricamato, commenti sulla Dott.ssa Botteri che la tacciavano di essere un po’ trasandata nell’aspetto estetico. Riproponendo detti commenti trovati sui vari social, hanno montato una clip in cui la donna, sostanzialmente, viene dileggiata per il suo aspetto.

Non voglio soffermarmi sui particolari di queste affermazioni, né voglio citarle precisandole, in quanto ritengo si commentino da sole.

Voglio invece soffermarmi sulle parole della Botteri che invita proprio a ignorare l’offesa personale andando oltre, andando al nocciolo della questione. Ed è proprio lì che voglio andare:

«Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettetemi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi».

Intanto, vorrei dire che questa donna mi pare rientrare nella media di quelle che conosco e che lavorano: niente di anomalo la contraddistingue esteticamente dal resto di noi che viviamo lavorando. Ci tengo a precisarlo perché, quanto scriverò, non sembri il tentativo di proporre un martire.

Giovanna Botteri, apparentemente, è una donna come tante di quelle che giornalmente svolgono la loro professione. Basta guardarsi intorno per vedere donne come lei: impegnate, concentrate, prese dalla necessità di fare quello che sono abilitate a fare. Donne che nessuno si sentirebbe di insultare perché non si sono truccate e non sono andate dal parrucchiere, questo perché, molto semplicemente, sono le donne che girano per strada, in autobus, negli uffici, in metropolitana e via discorrendo.

Ma si dà il caso che lei debba presentarsi in televisione; che la sua professionalità abbia come cassa di risonanza il mezzo mediatico principale; quello che entra nelle case di tutti costantemente.

In questa necessità puramente strumentale, nella mentalità comune, pare sorgere un obbligo cui viene data importanza sociale. E proprio questo, a mio modesto avviso, è il punto cruciale della vicenda.

I capelli, i vestiti, l’atteggiamento, sono tutte scuse per indignarsi davanti a un netto rifiuto. Perché nonostante siano state sdoganate, in termini formali, molte cose, non lo sono stati gli obblighi che le donne conferiscono alle loro colleghe di genere.

Questo è un po’ un leitmotiv che accompagna da sempre l’evoluzione del ruolo della donna nella società, quello cioè della dissidenza.

Dissidenti sono coloro si discostano; non, come si potrebbe pensare, coloro che espongono, estremizzano, scandalizzano, ma coloro che, con disinvoltura, non sposano la mentalità comune.

Se facciamo caso, ormai la maggior parte delle giornaliste televisive sono di bell’aspetto; se non sono giovani, sono martoriate dal Botox. Immaginiamo dunque l’abnegazione personale e la preparazione professionale che si devono avere per riuscire a occupare un ruolo di rilievo senza assoggettarsi a certi cliché.

Che, per carità, anche quella di ricorrere ai ritocchini, esattamente come non dare troppo peso al proprio aspetto estetico, è una scelta legittima. Ma il punto è che, laddove un comportamento sia visto pubblicamente come necessario, chi disobbedisce a quell’esigenza mette in crisi il sistema. Non chi rivoluziona o eccede, ma chi disobbedisce.

E allora, in tutto questo, ciò che viene preso di mira non è certo l’aspetto, o meglio, l’aspetto diventa il pretesto per colpire la disobbedienza. Il suo rifiuto di allinearsi -non alle comuni donne, ma a quelle che devono presentarsi in  modo impeccabile- genera un’anomalia.

La cosa più triste in tutta questa vicenda è proprio che la denigrazione parta da donne comuni, donne che, come la Botteri, ogni giorno vanno a lavorare, prendono treni, aerei, mangiano un panino al bar e poi rincasano la sera a occuparsi dei figli, oppure sole, o con anziani da accudire.

Ancora più triste è constatare che una donna che non propone standard impossibili diventi un bersaglio proprio per quelle donne normali che lottano ogni giorno per non subire il peso delle più inarrivabili aspettative.

E in questo respingimento della normalità, cui a parole ambiamo, pure denigrando quelle donne che curano molto la propria immagine, ciò che è malcelato tra gli insulti è l’istinto primitivo dell’asservimento alla mentalità maschile.

Ogni volta che quel retaggio sembra vacillare, ecco che viene presa di mira la donna comune e non, attenzione, dagli uomini, soprattutto dalle donne; donne che insorgono rimproverandole la disobbedienza a quei canoni estetici che prima additavano e che ora pretendono.

Ricorderete il caso della Ministra Teresa Bellanova, schernita per l’abito indossato alla cerimonia di insediamento. Anche in quel caso, invece di valutare la professionalità e dare peso al valore personale, proprio le donne hanno pensato che ciò che definisce il genere femminile sia l’estetica. C’è qualcosa di più deprimente di qualcuno che si martella le dita da solo?

Ma la verità è che in un’epoca in cui ogni concetto, anche il più becero, si urla e si estremizza, la vera rivoluzione la fa chi, con dignità e rispetto, disobbedisce e si discosta.

Patrizia Ciribè

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Ecco alcuni link di altri miei pezzi che parlano di donne:

https://www.isavona.com/la-nuova-presa-d…a-del-femminismo/

https://www.isavona.com/la-mentalita-non…e-anche-fautrice/

https://www.isavona.com/donne-contro-le-…di-emancipazione/

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