A quale cittadino di Savona non è mai capitato di attraversare piazza Mameli alle ore 18 e, quindi, di fermarsi per un minuto in attesa che la campana abbia terminato i suoi rintocchi? Probabilmente a tutti, almeno una volta. Si tratta di una tradizione infatti che va avanti ormai da moltissimi anni: il 18 settembre di quest’anno si è celebrato il novantesimo anniversario di questo monumento, inaugurato nel 1927. Tuttavia molti ignorano la sua funzione e la tradizione ad esso collegata.
Per comprendere meglio, bisogna ripercorrere alcune importanti tappe storiche.
Negli anni successivi alla prima guerra mondiale numerose città italiane costruirono un monumento per ricordare i loro caduti. Savona non rimase estranea a questa consuetudine e scelse, per la sua collocazione, piazza Mameli. Per l’edificazione del monumento si costituì, nel 1922, su iniziativa dell’Associazione Nazionale tra le madri e le vedove dei caduti, un apposito Comitato. Il primo marzo il comitato indisse un concorso tra gli scultori italiani. Il bando lasciava libertà agli artisti di svolgere qualsiasi concetto, purché ispirato allo scopo cui il monumento era stato destinato. Il 4 febbraio 1923 la Commissione si riunì e proclamò vincitore il bozzetto ‘Rintocchi e Memorie’, presentato da Luigi Venzano. Durante la primavera del 1924 fu costruito, in Piazza Mameli, il massiccio basamento che doveva accogliere il monumento, rivestito di marmo, dalle dimensioni di 6,40 per 4,80 metri e alto due metri e mezzo. Nel giugno 1924 alcuni rappresentanti del comitato e della commissione si recarono a Sestri Ponente per approvare il modello in scala uno a tre. Il 7 luglio 1924 Luigi Venzano incaricò l’abbozzatore Giulio Marilli di eseguire il modello di gesso con le dimensioni definitive. Il tempo previsto per la realizzazione del monumento era di quattro mesi, ma i lavori si protrassero piuttosto a lungo. Nel 1926 il monumento venne portato a termine, ma la campana rimase in silenzio per un anno, avvolta e coperta a tutti, in attesa che, tra un impegno e l’altro, il Re riuscisse a presenziare. Finalmente, alla fine di agosto del 1927, il re Vittorio Emanuele III, accettò l’invito ad intervenire alla cerimonia d’inaugurazione, fissata per il 18 settembre.
Al centro della composizione è posta la campana, simbolo del peso del Tempo, copia della antichissima Campanassa, sorretta da quattro Titani. Accanto gli altri personaggi. Dal lato di piazza del Popolo, la giovane sposa vedova del caduto, con in braccio il figlio, che la sta consolando con un bacio. Dietro di lei la vecchia madre, con un velo in testa e le mani tese sul capo della vedova. Sull’altro lato è seduto un vecchio veterano ed in piedi, dietro di lui, il giovane soldato che parte per la guerra.
Dal giorno dell’inaugurazione ogni sera alle ore 18, la campana emette 21 rintocchi, uno per ogni lettera dell’alfabeto italiano, in ricordo dei caduti di tutte le guerre. In quel momento il traffico automobilistico e quello dei pedoni si ferma ed osserva alcuni secondi di raccoglimento.
Meno noto, però, è il motivo per cui la campana suona proprio a quell’ora. Recentemente infatti si è scatenata una discussione relativa a questo a argomento sul gruppo facebook ‘Savona Scomparsa’, dedicato alla storia e agli aneddoti sulla città. Molte persone si sono rese conto di non essere a conoscenza del motivo o di non averci proprio mai pensato. La risposta, tuttavia, arriva già tra i primi commenti: “Perché alle ore 18 vi è stata la firma dell’armistizio della grande guerra (o più probabilmente è l’ora a cui è stato reso noto ai più)”. Infatti, come afferma un’altra risposta, “L’armistizio fu firmato alle 15,20 del 3 novembre ed è entrato in vigore alle 15 del giorno dopo; quindi, è probabile che le 18 fossero un orario di comodo, una sorta di fine giornata”.
Si tratta comunque di una cerimonia unica, in Italia e nel mondo, che eserciterà sempre un grande fascino sui turisti e sui visitatori della città, suscitando un’intensa emozione.