La salma è in viaggio da Alessandria d’Egitto. I familiari: scelta scriteriata.

Il corpo di sua moglie, la regina Elena, è già rientrato in Italia e da qualche giorno riposa nel santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo, dove sono sepolti gli avi di casa Savoia. In mattinata rientrerà anche la salma di Vittorio Emanuele III, il re ,colui che regnò sull’Italia dal 1900 al 1946. La salma è partita nella notte a bordo di un volo militare da Alessandria d’Egitto, dove era sepolta nella cattedrale di Santa Caterina.

Ora che l’operazione di rientro delle salme è venuta alla luce, però, tutto sembra cambiato. Una gran parte della famiglia si è infatti ribellata alla destinazione di vicoforte alessandria egittoVicoforte, dove sì sono sepolti i Savoia, ma fintanto che sono stati duchi, non re. Così Vittorio Emanuele si rammarica «che tutto ciò sia avvenuto in gran segreto, senza concedere alla Regina d’Italia gli onori dovuti e soprattutto la traslazione al Pantheon di Roma». Lo stesso sostiene Serge di Jugoslavia, l’altro bisnipote, anche a nome di sua madre Maria Pia di Savoia. Anche lui convinto che non basti il rientro in Italia: o il Pantheon, o niente.

«Mio nonno – osserva Emanuele Filiberto ai microfoni di Tgcom24 riferendosi a Umberto II – diceva che le salme resteranno in esilio finché non torneranno al Pantheon a Roma». Per dirla con Ugo d’Atri, presidente della Guardia d’Onore alle Reali Tombe: «Le spoglie dei reali sono al Pantheon e lì dovrebbero essere custodite. Traslare la salma della Regina Elena in un santuario di campagna ci sembra un’iniziativa scriteriata».

Dire che la salma di Elena di Savoia sia rientrata in segreto forse è troppo. C’era il sindaco di Montpellier con la fascia all’atto di aprire la tomba. Il corteo funebre è stato scortato da forze di polizia nell’ambito di un piano coordinato dall’ambasciata d’Italia a Parigi e dalle prefetture. C’erano carabinieri in alta uniforme a presidiare la cerimonia religiosa di nuova tumulazione a Vicoforte. Non proprio un cerimoniale di Stato, ma quasi.

Le focose dichiarazioni di queste ore, però, sommate alle difficoltà oggettive di organizzare una traslazione simile dall’Egitto all’Italia, aggravate dall’assenza del nostro ambasciatore al Cairo fino a qualche settimana fa, hanno rischiato di riportare tutto in alto mare. E Gian Nicolino Narducci, il segretario di Serge di Jugoslavia, dopo avere incontrato il rettore di Vicoforte, non sembrava affatto dispiaciuto che tutto potesse saltare: «Le salme – dice – avrebbero potuto rientrare da tempo, ma la famiglia le vuole sepolte tutte al Pantheon. Non so cosa capiterà: potrebbe non cambiare nulla o arrivare una decisione diversa su Vicoforte». Poi, nella notte, l’accelerata. Vittorio Emanuele III e la regina Elena riposeranno uno accanto all’altra nel Santuario di Vicoforte.