Natale e Capodanno in Sri Lanka: prime impressioni sullo Sri Lanka

Lo Sri Lanka è un’isola meravigliosa, situata sull’Oceano Indiano, ovvero sotto la punta dell’India e a due passi dalle Maldive.
Dopo la conclusione di una tragica guerra civile ( 2009 ) che ha interessato soprattutto il nord est del paese con la minoranza delle tigri Tamil in lotta con il governo centrale, negli ultimi 10 anni è diventata meta sicura del turismo occidentale, sempre più di massa.
Il clima caldo equatoriale tutto l’anno, da evitare le stagioni di piogge monsoniche da settembre a metà dicembre, l’ hanno resa meta ambita di turisti alla ricerca di vacanze natalizie al caldo, ricchi espatriati e amanti dell’ esotismo asiatico.
Il viaggio, con i dovuti accorgimenti, merita davvero, sebbene il paese sia cambiato e cementificato negli ultimi anni, specie sulla costa a sud, è senz’altro un crogiolo di culture religioni e storia millenaria.
Buddismo, induismo, moschee e cristianesimo convivono a pochi passi uno dall’altro.
La natura è splendida, dalla giungla, al verde, alle montagne, ai laghi,fino ai parchi naturali dove si organizzano safari.

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Qui è condensata tutta la concitazione dell’Asia, anche in città piccole ma trafficate da folli guidatori e tuk tuk ( piccoli taxi apecar ) che sfrecciano impazziti, mischiata alla lentezza di commercianti e ristoratori che trasformano in un mix davvero particolare questa piccola isola.

 

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Il viaggiatore e turista che sia, deve però viaggiare accorto, come ci si rende conto l’ occidentale è un bancomat a cui attingere e i prezzi ad Unawanuta in primis, che si potrebbe anche evitare, nonostante sia meta gettonatissima, una specie di Rimini, sono alti rispetto ai servizi erogati e il tutto adattato all’occidentale è quasi sempre di bassa qualità rispetto ai costi.

Opportuno come sempre non fermarsi alla prima bancarella e contrattare su tutto.
Il vero Sri Lanka marino va cercato altrove, magari a MIrissa o Talalla, ma sebbene la temperatura sia fantastica, le spiagge sabbiose e le palme affascinanti chi cerca mare da cartolina o è abituato a Sardegna o Puglia, rischierà di rimanere deluso.
Un giro base potrebbe comprendere a sud il Yala Park, il tempio buddista di Wearukannala, il Yaku National Park, i Buddha scolpiti nella roccia a Buduruvagala e l’ Adam Peaks ad Ella.
Splendido Il treno che parte da Ella e passa per il Nine Arches Bridge, ponte panoramico a 9 campate.

Il tracciato ferroviario costruito dagli inglesi è tuttora funzionante e circondato da piantagioni di tè.
A Nuwara Elia sembra di essere in Svizzera o Austria. Circondata da montagne era meta di villeggiatura dei coloni inglesi e ora di una clientela di fascia alta.Sulla strada si può visitare e fare acquisti dei più vari tipi di tè alla Damro Tea, fabbrica circondata da immense piantagioni.

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La strada tortuosa e a tornanti conduce a Kandy capitale del paese ai tempi degli inglesi.La città con un centro in stile coloniale ha come fiore all’occhiello lo splendido monastero buddista del Dente, ovvero è dedicato al dente del Buddha, conservato come reliquia.

Una suggestiva cerimonia vede una folla di fedeli portare fiori freschi per l’occasione dell’apertura delle porte che conservano le teche del dente.
Da non dimenticare il passato coloniale dell’ isola prima portoghese, poi olandese e britannica, si posso visitare le fortezze di Galle a sud e di Jaffna a nord, ma tutta l’ isola è legata al tè ancor oggi ci sono immense piantagioni che producono quasi un quinto del tè che si consuma nel mondo.
Tornando al mio viaggio, a Kandy dopo aver visitato il vastissimo e lussureggiante giardino botanico inglese Royal garden, si viaggia verso Dumbulla, circa 2 ore e 30 di Minivan.
Spettacolare la festa buddista, lungo la strada, con elefante drappeggiato, musicisti e danzatori.Si prosegue con la visita di un tempio induista, lo spettacolare Sri Muthumariamman Temple a Matale.

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Si finisce con l’imperdibile monastero buddista, il Dambulla cave temple, scavato nella roccia e diviso in 4 stanze con decine di Buddha e dipinti di varie epoche.

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Nottata nella quiete di Sigirya al Lion Rock Hotel dotato anche di un ottimo ristorante di specialità locali.
Sigiriya é davvero un luogo da vedere, una specie di Machu Picchu asiatica sviluppatasi nel V secolo con la costruzione di un favoloso palazzo inespugnabile in cima ad una montagna,Inerpicandosi per la quale si gode di una vista mozzafiato, alcuni dipinti del V secolo rappresentano donne con fiori in pose ammalianti.

Ninfe celestiali o concubine.Le foto dei dipinti sono prese da libri visto che non si possono fare in loco. Unica pecca: il costo 30 dollari, ormai anche in Sri Lanka come in altre parti del globo si monetizza tutto e anche di più cercando di spremere il più possibile da turisti e viaggiatori in cerca di emozioni esotiche.Seconda pecca la ressa e le code che possono risultare fastidiose per salire in cima, ma anche in biglietteria ci si accalca e non accettano carte di credito.
Nonostante ciò è una delle cose da non perdere nel paese visto che è anche patrimonio Unesco.

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Per finire per gli amanti dei viaggi fuori dai circuiti turistici e più veri non posso che segnalare a nord Jaffna, la capitale della Regione del nord dello Sri Lanka e roccaforte delle tigri Tamil durante la guerra civile conclusa ufficialmente quasi 10 anni fa, l’ influenza indiana si sente rispetto al resto del paese anche nel cibo, nelle persone e nella cultura, da vedere il forte costruito dai portoghesi nel 1618, poi passato agli Olandesi e il tempio Indù di Kandaswamy, per quanto riguarda il periodo inglese restano la public library e la torre dell’ orologio, interessanti anche le isole ad un’ ora di battello.
Un viaggio particolare in un paese tra mille contraddizioni, che si è consacrato al turismo, che non può che lasciare appagati, anche se non si può dimenticare per gli amanti della geopolitica del ritorno in auge di Mahinda Rajapaks, ex presidente noto per torture e sparizioni e una dura repressione della minoranza Tamil, gli stipendi minimi viaggiano sui 100 euro, per ore infinite e anche l’ inglese è poco conosciuto e mal parlato.

Non si vede molta povertà in giro almeno a prima vista, ma sicuramente gli standard di vita sono molto bassi, molta spazzatura anche in luoghi bellissimi e anche il senso civico non si è evoluto ad un livello accettabile.
La cucina non è molto varia e rischia di stufare presto, ottima la frutta fresca di tutti i tipi e qualità, il pesce sebbene freschissimo non è molto saporito abituati agli standard italiani, molto riso e curry, cucina indiana e mix asiatico / cinese, per il resto si trova di tutto dalla cucina italiana sempre evitabile all’estero, a Kebab, pollo, hamburgher e quant’altro.
Nelle festività buddiste e in certe vie zone musulmane l’ alcool e bandito, anche se c’è sempre possibilità di assaporare una buona birra Lion, sigarette pessime e carissime rispetto anche all’Italia quindi fatene scorta ai duty free degli aereoporti.

Un paese sicuramente da visitare e una decina di giorni possono bastare.

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